In piedi, al freddo, in cima alla montagna di fronte al vulcano con la sua squadra di otto-nove elementi, Amura è come Plinio il Vecchio. Raccoglie gli elementi di questa storia, ben consapevole che il vero protagonista è un paesaggio che potrebbe inghiottirci tutti.
Serenella Iovino, Paesaggio Civile , edito dal Saggiatore 2022
La Città di Napoli esplode nell’artificio della costellazione impermanente dei fuochi d’artificio, che l’occhio lontano, che si trova sul Monte Faito di fronte alla Città, coglie in tutto il suo senso rabbioso di vendetta contro la forza distruttiva del Vesuvio, come a mostrare la sua euforia in uno stato di trance, nella vittoria momentanea sulla Morte simbolizzata dal passaggio a un nuovo ano di Vita. È un esorcismo, un rito. Il Capodanno a Napoli è qualcosa di più di una semplice festa. È uno “state of mind”: a mezzanotte prende copro una specie di Potlatch ciclico, in cui la gente si sbarazza di tutto quel che appartiene al Passato, gettando dalla finestra mobili, vecchi oggetti, vecchie cose indegne di sopravvivere al Grande Fuoco che tende all’illusione di un eterno Presente di continua Giovinezza. Amura fornisce di un’anima umana quel che è privo di vita: è la città stessa ad esplodere, sfidando la Natura.
Serafino Murri, Napex notes 2019
L’eruzione dei fuochi “virtuali” si solidifica non in lava ma in stampe fotografiche, suscitando in chi le osserva una suggestione non minore di quella offerta dal temibile spettacolo della natura. Napex ci riporta all’origine stessa della creazione. Creazione del mondo, poiché inevitabilmente molte di queste visioni sono cosmogoniche, ma anche creazione del medium (incluso quello filmico), poiché - queste opere nascono in modo naturale rinnovando il nostro stupore infantile davanti alla nascita di un’immagine
Bruno Di Marino, Fantasmagorie sotto il vulcano, 2023